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L’epidemia in corso dalla fine di ottobre nel distretto sanitario di Panzi, nella Repubblica Democratica del Congo, ha ancora causa e origine non note. Secondo il bollettino ufficiale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità fino all’8 dicembre sono stati registrati 406 casi clinici, tra cui 31 decessi (letalità del 7.6%), di una malattia verosimilmente infettiva che si presenta con febbre, cefalea, spossatezza, dolori articolari e muscolari, tosse, naso che cola e altri sintomi respiratori, anemia. La maggior parte dei decessi è stata registrata in bambini con un severo stato di malnutrizione. Quest’ area della RDC, già caratterizzata da povertà e scarsità dei servizi sanitari, è stata colpita negli ultimi mesi da una carestia che ha portato a malnutrizione diffusa. L’area è endemica per numerose malattie trasmissibili, di cui le più frequenti, in particolare in età pediatrica, sono la malaria e le polmoniti acute a diversa eziologia. Non è possibile al momento stabilire se i casi osservati sono casi di malaria e/o di altre malattie trasmissibili endemiche nell’area, con un decorso clinico aggravato dallo stato di malnutrizione, oppure se sono dovuti a infezione con un nuovo patogeno. Infatti la sintomatologia non è sufficiente per giungere a una diagnosi, per la quale è necessario attendere l’esito degli esami di laboratorio in corso nella capitale Kinshasa, distante 850 km e oltre un giorno di viaggio, che permetteranno di identificare il patogeno responsabile. Proprio la scarsità dei servizi sanitari nel distretto di Panzi e la difficoltà logistiche nel trasportare i campioni biologici a Kinshasa sono la ragione del fatto che siamo tuttora in attesa dei risultati.
Sebbene quindi sia circolata la notizia che il Ministero della Salute della RDC abbia recentemente attribuito i casi di malattia alla malaria, questo non è stato confermato dall’OMS. La malaria è una malattia causata da un parassita unicellulare del genere Plasmodium e trasmesso da zanzare femmine del genere Anopheles. Il protozoo è in grado di invadere i globuli rossi e moltiplicarsi al loro interno per poi provocarne la distruzione, portando alla patologia che si manifesta in forma non complicata con febbre, brividi, cefalea, spossatezza, dolore articolare e muscolare, spesso associata a sintomatologia a carico dell’apparato respiratorio o gastrointestinale. La specie P. falciparum causa anche forme severe e potenzialmente letali se non trattate tempestivamente, la cui sintomatologia varia a seconda dello stato immunitario e dell’età del paziente, e che nei bambini residenti in aree endemiche si manifesta prevalentemente con sindromi di stress respiratorio, anemia grave e compromissione neurologica incluso il coma. Ogni anno la malaria provoca circa 250 milioni di malati e 600mila decessi di cui la maggior parte si verifica in bambini al di sotto dei cinque anni di età che vivono in paesi dell’Africa Sub Sahariana.
La malaria è stata eradicata in Italia nel 1970 e da allora ogni anno vengono notificati circa 700 casi, di cui la quasi totalità è di importazione, ovvero dovuti a infezione contratta durante viaggio in paesi endemici, mentre un numero estremamente limitato è dovuto a trasmissione da parte di zanzare trasportate accidentalmente tramite viaggio aereo, o a trasmissione nosocomiale ad esempio tramite trasfusione.
Da quando l’OMS è stata allertata circa l’epidemia in corso in RDC, in Italia come in altri paesi europei è stato attivato un sistema di sorveglianza che permette di identificare tempestivamente pazienti provenienti dall’ area geografica a rischio e che presentano sintomatologia sovrapponibile a quella della malattia a eziologia ancora sconosciuta, e di attuare le adeguate misure di risposta e controllo. Tre casi sospetti sono stati finora riportati a Lucca, Cosenza e Treviso. Mentre i primi due pazienti sono guariti e sono stati dimessi, l’ultimo è deceduto e le analisi effettuate all’Istituto Lazzaro Spallanzani di Roma hanno indicato come causa la malaria da P. falciparum.
Non esistono ad oggi evidenze di importazione o diffusione nel nostro paese della malattia evidenziata in RDC. E’ tuttavia fondamentale mantenere alta l’attenzione e proseguire nella sorveglianza dei casi, che potrà essere integrata con esami di laboratorio mirati una volta che sarà chiarita l’eziologia della malattia. La Società Italiana di Parassitologia e l’Italian Malaria Network ricordano ai viaggiatori l’importanza di effettuare una consulenza presso i servizi di medicina dei viaggi per conoscere le misure di prevenzione contro la malaria e altre malattie endemiche nel paese di destinazione, di attenersi scrupolosamente alla profilassi farmacologica e alle vaccinazioni consigliate, e cercare immediatamente cure mediche in caso di comparsa di febbre. E’ altrettanto importante ricordare che le malattie trasmissibili e in particolare quelle parassitarie, pur colpendo prevalentemente le popolazioni dei paesi a basso reddito, e specialmente i gruppi di popolazione più vulnerabili come quelle che vivono in aree remote, di guerra o colpite dagli effetti della crisi climatica, rappresentano una minaccia a livello globale che non conosce confini, e che finché tutti non saranno al sicuro, non lo sarà nessuno.