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Affermazioni inaccettabili da parte del dott. Federico Coccìa

Non è certo la prima volta che la Società Italiana di Parassitologia sente il dovere di smentire affermazioni assolutamente inesatte, fuorvianti e prive di qualsiasi fondamento scientifico. Sarebbe impossibile segnalarle tutte, ma non ci si può esimere quando questo avviene da parte di professionisti che operano in ambito sanitario e che dovrebbero rappresentare i portatori di una corretta informazione.

È il caso della recente intervista sui “Rischi collegati alla puntura di zecca” rilasciata a “Il Messaggero” (link) dal dott. Federico Coccìa, Medico Veterinario presentato dalla giornalista come Ricercatore presso l’Università degli studi di Teramo. Al di là del fatto che il dott. Coccìa non ci risulta ricoprire tale ruolo (ma lasciamo comunque all’Ateneo chiamato in causa ogni possibile azione al riguardo), nel corso dell’intervista risultano evidenti affermazioni quali “la zecca è un insetto ematofago” (in realtà non si tratta di un “insetto”, bensì di un aracnide) e soprattutto suggerimenti assolutamente errati e fuorvianti sulle modalità con le quali rimuovere la zecca dalla cute e in particolare: “stordire la zecca con l’olio di oliva o meglio ancora con l’alcool, che la inebria e la rilassa, per poi rimuoverla”, quando in realtà la rimozione di questo artropode deve essere esclusivamente meccanica, senza l’uso di alcun tipo di sostanze che, oltre ad essere inutili, sono potenzialmente dannose perché potrebbero irritare l’artropode e indurlo al rigurgito della saliva, favorendo così la trasmissione di eventuali patogeni.

Come società scientifica riteniamo pertanto di avere il dovere di segnalare e contrastare episodi quali quello descritto, soprattutto quando si rendono responsabili professionisti che operano in ambito sanitario e che, rivolgendosi alla popolazione, diffondono informazioni non solo inesatte dal punto di vista scientifico, ma in grado di risultare addirittura controproducenti per la salute degli animali e dell’uomo.